Tabella dei contenuti
Tipi di richiesta di voucher
Introduzione
È possibile richiedere a PDND Interoperabilità voucher che rispettino specifiche differenti. Per tutte le casistiche elencate di seguito, il tipo di voucher da utilizzare è indicato dall’erogatore nelle impostazioni dell’e-service (file di interfaccia API e documentazione tecnica allegata).
Se l’erogatore non specifica alcuna preferenza, il voucher da produrre è il Bearer destinato alle API dell’erogatore senza informazioni aggiuntive.
I tipi di voucher previsti:
- Bearer spendibile presso le API di un erogatore.
- DPoP spendibile presso le API di un erogatore.
- Bearer spendibile presso le API della piattaforma.
Per le opzioni Bearer e DPoP verso l’erogatore sono disponibili sia la configurazione base sia la variante con informazioni aggiuntive secondo il pattern ModI Audit REST 02.
Flusso di richiesta base
Tutte le richieste di voucher seguono tre passaggi fondamentali:
- Generazione e firma di una client assertion con i dettagli della richiesta (client, finalità, ecc.).
- Invio della client assertion al server autorizzativo di PDND Interoperabilità, che effettua le verifiche e rilascia il voucher.
- Invio della richiesta di dati all’erogatore con il voucher nell’header.
Tutte le varianti sono declinate su questo flusso e fanno capo a specifiche RFC. Ulteriori prove autorizzative possono essere definite tra erogatore e fruitore.
Sicurezza e standard di riferimento
Firma e verifica seguono standard internazionali:
- RFC 8017 (PKCS #1) — uso di RSA per firma digitale.
- RFC 7518 (JSON Web Algorithms) — algoritmi di firma (es. RSA, SHA-256).
Voucher verso le API di un erogatore
Bearer (versione base)
Impiegato dalla grande maggioranza dei servizi: prevede la client assertion con le informazioni standard richieste da PDND Interoperabilità, utili sia per audit sia per consentire all’erogatore di valutare le richieste di accesso.
Approfondimenti:
- lato fruitore: tutorial pratico per richiedere un voucher;
- lato erogatore: verifiche standard consigliate.
DPoP (versione base)
Il pattern DPoP (Demonstrating Proof-of-Possession) utilizza due token, uno verso PDND Interoperabilità e uno verso il resource server dell’erogatore, con verifiche indipendenti: la corrispondenza è necessaria per l’autorizzazione. È una valida alternativa a mTLS e riduce oneri di gestione certificati.
Approfondimenti:
- lato fruitore: tutorial pratico per richiedere un voucher;
- lato erogatore: verifiche standard consigliate;
- tutti: approfondimento dedicato.
Pattern ModI Audit REST 02 — informazioni aggiuntive (applicabile a Bearer e DPoP)
Quando l’erogatore richiede metadati di audit aggiuntivi (es. IP del chiamante, identificativo operatore), si adotta il pattern ModI Audit REST 02:
- Il fruitore genera un secondo JWT con le informazioni aggiuntive.
- Calcola un hash del secondo JWT e lo riporta nella client assertion nel campo digest.value.
- Dopo l’emissione del voucher, il fruitore invia voucher + secondo JWT all’erogatore.
- L’erogatore ricalcola l’hash dal secondo JWT e lo confronta con digest.value: la corrispondenza attesta autenticità e integrità dei metadati.
In questo modello PDND Interoperabilità attesta la catena autorizzativa e non accede ai dati aggiuntivi scambiati direttamente tra fruitore ed erogatore. Un esempio applicativo è rappresentato dai servizi ANPR.
Approfondimenti:
- lato erogatore: verifiche aggiuntive consigliate.
Voucher verso le API di PDND Interoperabilità (Bearer)
Caratteristiche:
- richiesta da client destinati alle API della piattaforma (Client API Interop);
- non richiede l’indicazione della finalità di riferimento.
Le API di PDND Interoperabilità forniscono esclusivamente informazioni del dominio PDND (es. elenco richieste di fruizione dell’ente) e non veicolano i dati scambiati tra erogatore e fruitore.
Approfondimenti:
Pagina successiva → Reperire gli identificativi per le verifiche
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